La doppia deportazione

Dal carcere di Forlì alla Baviera


Nel settembre del 1943, diversi civili istriani si trovano nel carcere di Forlì. Alcuni di loro finiscono nel campo per prigionieri di guerra a Moosborg e al lavoro forzato in Baviera.

Le vittime vengono arrestate con l'accusa di spalleggiare il movimento partigiano in Istria e nel Quarnero. In alcuni casi subiscono condanne da parte del Tribunale militare della Seconda armata con sede a Fiume, nell'ambito di processi di gruppo che coinvolgono decine di persone. Ad Antun Depoli, impiegato di Sušak, ad esempio, nel marzo del 1942 viene inflitta una pena di due anni che sconta in diverse carceri - Capodistria, Campobasso e Firenze - prima di giungere a Forlì1.

In altri casi gli istriani vengono incarcerati senza processo2. Tra loro si trovano diversi parenti di importanti esponenti del movimento partigiano locale. A Forlì vengono rinchiusi ad esempio i familiari di Anton Cerovac e August Vivoda, entrambi originari del paese di Veli Mlun e molto attivi nella resistenza organizzata nella zona di Buzet/Pinguente. Nel tentativo di catturare i "ribelli", i carabinieri locali setacciano i villaggi: anziani, donne e ragazzi vengono arrestati a Veli Mlun nel dicembre del 19423. Si segnalano altri casi di civili inviati a Forlì in quanto parenti di leader partigiani locali, come quelli di Ivan Motika4.

Prima di essere destinati a Forlì, nella maggior parte dei casi i detenuti conoscono altre carceri italiane, come Capodistria, Pola, Trieste, Firenze, Venezia5. I trasferimenti di internati civili da Pola a Forlì continuano fino all'agosto del 1943, anche dopo la caduta di Mussolini6. Il carcere si trova nella rocca di Ravaldino, antico maniero della cittadina romagnola, che venne parzialmente adibito alla detenzione fin dal XVI secolo. Le carceri moderne all'interno della struttura vennero costruite a fine Ottocento. Nel 1943 a Forlì sono segnalate anche diverse detenute provenienti dalle provincie di Trieste, Fiume e Gorizia e condannate dal Tribunale Militare di Guerra di Trieste con l'accusa di "favoreggiamento bellico7.

Dopo l'8 settembre, Forlì viene occupata dalle forze della Wehrmacht8. In quel momento, secondo una testimonianza, sono 120 gli istriani (sia croati che sloveni) detenuti nel carcere cittadino9. Un'altra testimonianza riporta che immediatamente dopo l'armistizio, alcuni prigionieri di guerra inglesi tentano la fuga, ma vengono ricatturati10. Una parte degli uomini detenuti verrà consegnata ai tedeschi e deportata in Germania, mentre altri resteranno a Forlì fino al 3 marzo del 1944, per poi essere liberati. La selezione viene condotta dividendo le stesse famiglie: consorti, figli e fratelli conoscono destini diversi11. Le donne verranno rilasciate poche settimane dopo, nel novembre del 194312.

Le SS prelevano dal carcere d Forlì una parte degli jugoslavi il 25 novembre 1943 e, insieme agli inglesi, li trasferiscono in un campo per prigionieri di guerra a Mantova, dove arrivano il 27 novembre 194313. Dopo l'8 settembre, la città di Mantova diventa un importante centro di smistamento sulla linea ferroviaria che porta verso il Brennero e la Germania. Le autorità tedesche istituiscono diversi campi per gli internati militari italiani e per i prigionieri di guerra alleati. Secondo alcune stime sono almeno 100.000 i prigionieri che passano dalla città in quei giorni. I detenuti provenienti da Forlì vengono probabilmente sistemati nel campo di prigionia del "Gradaro"14.

Dopo pochi giorni - secondo alcune testimonianze il 2 dicembre - viene predisposto un trasporto che da Mantova porta verso la Germania circa 800 prigionieri di guerra. Tre di essi vengono segnalate 71 persone provenienti dalla "Julijska krajina" (Venezia - Giulia)15. Non è purtroppo chiaro se tutti 71 arrivassero dal carcere di Forlì o se altri fossero arrivati nei campi di internamento di Mantova da strade diverse.

Gli internati vengono inviati al campo per prigionieri di guerra di Moosburg, denominato Stalag VII A. Le testimonianzee discordano leggermente sulle date di arrivo dei detenuti da Mantova, variando tra gli inizi di dicembre e il 12 dello stesso mese16. Il campo era entrato in attività nel settembre del 1939 per raccogliere i prigionieri polacchi. Nel corso del conflitto diviene uno dei principali campi per prigionieri di guerra in Germania, ripetutamente ampliato in seguito alle diverse campagne militari del Reich. Nel settembre 1943 cominciano ad arrivare trasporti anche dall'Italia.

Il campo funge anche da centro di smistamento per il lavoro forzato in varie località della regione. Infatti, a poco più di una settimana dall'arrivo a Moosburg, diversi internati provenienti da Forlì vengono inviati a Monaco per ripulire la città dalle macerie provocate dai bombardamenti alleati (secondo una testimonianza 400 persone, i più giovani, tra cui 55 della "Julijska krajina"). Tra la fine di aprile e l'inizio di maggio del 1944 una parte di loro viene trasferita nei pressi di Ingolstadt (più precisamente a Großmehring) per essere impiegata nei lavori nei campi agricoli17.

Il campo di Moosburg viene liberato a fine aprile dall'esercito americano, poi è il turno delle zone circostanti. Un testimone riporta la liberazione il 13 maggio, quindi il trasferimento nel "campo jugoslavo" di Deggendorf, (nella cittadina esisteva uno dei tanti campi realizzati per i profughi, realizzato in una ex caserma della Wehrmacht). Qui restano fino al 9 luglio, quando ripartono per l'Istria, dove arriveranno solo dopo giorni di viaggio18. Altri del gruppo rientrano per strade diverse19.

Tra coloro che conobbero la deportazione dal carcere di Forlì alla Baviera, seguendo un percorso ancora poco conosciuto, abbiamo individuato i seguenti nominativi e ricostruito con un ragionevole grado di certezza alcuni dati:

- Antun Depoli (nato a Sušak, il 29-11-1919), rientrato il 20-6-1945.
- Savo Vivoda (nato a Sv. Martin, Buzet , il 16-12-1906 ) tornato nel luglio del 1945.
- Antun Vivoda (nato a Veli Mlun, Buzet, il 18-04 1903) rientrato il 14 luglio del 1945.
- Anđelo Vivoda (nato a Veli Mlun, Buzet, il 19-11-1907) rientrato il 14 luglio 1945.
- Tono Cerovac (di Veli Mlun, Buzet, il 29-12-1896 ), rientrato il 14 luglio 1945.
- Josip Cerovac (di Veli Mlun, Buzet, 1927(?), disperso.
- Ivan Marinac (nato a Marinci, Buzet, il 16-9-1875), rientrato nel 1944.
- Jakov Marijon (di Sv. Ivan, Buzet nato il 11-08-1897).
- Martin Motika (nato il 3-7-1917).

Marco Abram (2018)

Nota 1
Dichiarazione di Antun Depoli, Archivio di Stato di Fiume, Fiume, Okružna komisija za utvrđivanje ratnih zločina - Sušak [Commissione distrettuale per l'accertamento dei crimini di guerra - Sušak], HR-DARI-105, k. 26; Archivio Centrale dello stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati. Ufficio dipendenti dalla sezione prima, Casellario politico centrale, Fascicoli personali, Busta 1738.
Nota 2
Dichiarazione di Ivan Marinac, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 3
Ljubo Drndić, Oružje i sloboda Istre 1941.-1943, Zagabria, Školska knjiga, 1978., p. 163; vedi anche la dichiarazione di Josip Sirotić, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 4
Ljubo Drndić, Oružje i sloboda Istre 1941.-1943 , Zagabria, Školska knjiga, 1978. p.151.
Nota 5
Dichiarazione di Ivan Marinac, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 6
Dichiarazione di Miro Blažina, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 494; Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 7
Si veda il portale "Campi fascisti"; URL http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=260
Nota 8
Marco Viroli, Gabriele Zelli, I giorni che sconvolsero Forlì : 8 settembre 1943-10 dicembre 1944, Cesena, Il ponte vecchio, 2014.
Nota 9
Dichiarazione di Miro Blažina, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 494.
Nota 10
Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 11
Dichiarazione di Antun Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 12
Dichiarazione di Miro Blažina, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 494), vedi anche il portale Campi fascisti URL http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=260
Nota 13
Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 14

Luigi Lonardo, Mantova 1943. Una stagione di guerra, Milano Franco Angeli, 1995, pp. 107-115; 150.


Nota 15
Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 16
Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343. International Tracing Service ITS, Bad Arolsen, DE ITS 6.3.3.3 Archivnummer: 82867897.
Nota 17
Dichiarazione di Antun Depoli, Archivio di Stato di Fiume, Fiume, Okružna komisija za utvrđivanje ratnih zločina - Sušak [Commissione distrettuale per l'accertamento dei crimini di guerra - Sušak], HR-DARI-105, k. 26; Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343; Dichiarazione di Antun Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343.; International Tracing Service ITS, Bad Arolsen, DE ITS 2.1.1.1 Archivnummer: 69953977; International Tracing Service ITS, Bad Arolsen, DE ITS 2.1.1.1 Archivnummer: 69953978
Nota 18
Dichiarazione di Savo Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori] , br. fonda 110, br. Fascike 343; Dichiarazione di Antun Vivoda, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača, br. fonda 110, br. Fascike 343.
Nota 19
Dichiarazione di Ivan Marinac, Archivio della Jugoslavia, Belgrado, Državna komisija za utvrđivanje zločina okupatora i njihovih pomagača [Commissione statale per l'accertamento dei crimini degli occupanti e dei loro collaboratori], br. fonda 110, br. Fascike 343; Dichiarazione di Antun Depoli, Archivio di Stato di Fiume, Fiume, Okružna komisija za utvrđivanje ratnih zločina - Sušak [Commissione distrettuale per l'accertamento dei crimini di guerra - Sušak], HR-DARI-105, k. 26.
AEL Arbeitserziehungslager
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Bau-und Arbeits Battallion B.A.B.

Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.

I.G. Farben
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Kriegsgefangenen Arbeitskommando
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
Ispettorato Militare del Lavoro
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
Organizzazione Todt

L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.

Paladino Francesco
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Sauckel Fritz

Fritz Sauckel, nato nel 1894,  era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.

Speer Albert
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Stalag
Campo tedesco per prigionieri di guerra. Le condizioni di vita negli stalag erano molto diverse a seconda della nazionalità dei prigionieri (alleati, sovietici, internati militari italiani, ecc.).
Todt Fritz

Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.


Gemeinschaftslager
I Gemeinschaftslager, così come i Wohnlager, erano lager non sorvegliati per lavoratori stranieri, mentre gli Arbeitslager erano sorvegliati. In genere solo per questi ultimi si utilizza il concetto di lavoro forzato, ma attualmente gli storici tendono a rivedere decisamente il concetto di lavoro forzato estendendolo a rapporti di lavoro che solo apparentemente sono liberi ma che di fatto erano forzati. In particolare la discussione attuale tende ad orientarsi verso un concetto di lavoro forzato che comprende questi tre elementi distintivi:
- dal punto di vista giuridico l'impossibilità per il lavoratore di sciogliere il rapporto di lavoro,
- dal punto di vista sociale le limitate possibilità di influenzare significativamente le condizioni del proprio impiego,
- una tasso di mortalità elevato che indica un carico di lavoro superiore alla media e una disponibilità di mezzi di sostentamento inferiore al bisogno effettivo.

si veda [https://www.bundesarchiv.de/zwangsarbeit/geschichte/auslaendisch/begriffe/index.html]
AEL Arbeitserziehungslager
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Bau-und Arbeits Battallion B.A.B.

Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.

I.G. Farben
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Kriegsgefangenen Arbeitskommando
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
Ispettorato Militare del Lavoro
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
Organizzazione Todt

L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.

Paladino Francesco
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Sauckel Fritz

Fritz Sauckel, nato nel 1894,  era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.

Speer Albert
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Stalag
Campo tedesco per prigionieri di guerra. Le condizioni di vita negli stalag erano molto diverse a seconda della nazionalità dei prigionieri (alleati, sovietici, internati militari italiani, ecc.).
Todt Fritz

Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.


Gemeinschaftslager
I Gemeinschaftslager, così come i Wohnlager, erano lager non sorvegliati per lavoratori stranieri, mentre gli Arbeitslager erano sorvegliati. In genere solo per questi ultimi si utilizza il concetto di lavoro forzato, ma attualmente gli storici tendono a rivedere decisamente il concetto di lavoro forzato estendendolo a rapporti di lavoro che solo apparentemente sono liberi ma che di fatto erano forzati. In particolare la discussione attuale tende ad orientarsi verso un concetto di lavoro forzato che comprende questi tre elementi distintivi:
- dal punto di vista giuridico l'impossibilità per il lavoratore di sciogliere il rapporto di lavoro,
- dal punto di vista sociale le limitate possibilità di influenzare significativamente le condizioni del proprio impiego,
- una tasso di mortalità elevato che indica un carico di lavoro superiore alla media e una disponibilità di mezzi di sostentamento inferiore al bisogno effettivo.

si veda [https://www.bundesarchiv.de/zwangsarbeit/geschichte/auslaendisch/begriffe/index.html]
AEL Arbeitserziehungslager
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Bau-und Arbeits Battallion B.A.B.

Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.

I.G. Farben
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Kriegsgefangenen Arbeitskommando
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
Ispettorato Militare del Lavoro
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
Organizzazione Todt

L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.

Paladino Francesco
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Sauckel Fritz

Fritz Sauckel, nato nel 1894,  era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.

Speer Albert
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Todt Fritz

Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.


AEL Arbeitserziehungslager
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Bau-und Arbeits Battallion B.A.B.

Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.

I.G. Farben
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Kriegsgefangenen Arbeitskommando
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
Ispettorato Militare del Lavoro
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
Organizzazione Todt

L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.

Paladino Francesco
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Sauckel Fritz

Fritz Sauckel, nato nel 1894,  era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.

Speer Albert
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Todt Fritz

Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.