Gli organi della coercizione
I 19 arrestati di Lonato
L'8 gennaio 1945 Giuseppe Boso invia un appello al Ministro delle Giustizia della Repubblica Sociale Italiana, Piero Pisenti. Boso invoca l'intervento delle autorità repubblichine per ottenere la liberazione di 19 persone, tra cui suo figlio, il sedicenne Augusto Boso, arrestate dalle autorità tedesche a Lonato, in provincia di Brescia, il 2 settembre 1944 per attività sovversiva.
Gli arrestati, dieci dei quali minorenni tra i 15 e i 17 anni, dopo alcuni giorni di detenzione nelle carceri di Brescia "ed evidentemente in seguito ai modesti risultati della istruttoria", vengono inviati ai lavori in Germania, senza che ai minorenni sia consentito di chiedere il consenso dei genitori prima di firmare l'atto di impegno. La maggior parte di loro arriva nei campi in Germania prima della fine di settembre 1944.
Sul reclutamento di lavoratori nella provincia i rapporti della Militäkommandantur 1011 tedesca - responsabile per le province di Brescia, Mantova e Cremona - danno notevoli informazioni, ma purtroppo negli archivi militari di Friburgo non sono conservati rapporti per il periodo in cui i 19 di Lonato sono deportati nel Reich. Non sappiamo quindi le circostanze specifiche della deportazione dei 19 ma possiamo dedurle dalla letteratura e dai documenti disponibili.
Ad esempio il rapporto mensile della Militäkommandantur 1011 per il giugno 1944,1 l'ultimo disponibile, ci fa capire due cose. Prima di tutto mostra come nella provincia in cui i 19 sono stati arrestati l'attività sovversiva è decisamente poco intensa. Il rapporto, infatti, dopo aver indicato numerosi fonti di malcontento nella popolazione - le condizioni economiche, il mercato nero, il reclutamento di lavoratori nel Reich - conclude che "nonostante queste difficoltà l'atteggiamento della popolazione in generale non da' motivo a serie preoccupazioni".
Lo stesso rapporto, inoltre, lamenta lo scarso numero di lavoratori che si è riusciti ad inviare nel Reich. Nel periodo 11.5-10.6.1944 vengono inviati in Germania, infatti, 408 lavoratori, 357 uomini e 61 donne. Di questi la provincia di Brescia fornisce la maggior quota, 218 lavoratori, 187 uomini e 31 donne. "I risultati del reclutamento", conclude il rapporto, "sono dunque peggiorati rispetto al mese precedente. Il motivo di ciò sono da un lato gli sviluppi della situazione militare, dall'altro il fatto che l'80% di tutte le imprese viene assistita da Rüstungskommando. Pertanto finora solo in pochi casi è stato possibile attingere ai dipendenti di queste imprese".
Come in molte regioni, dunque, i tedeschi non riescono a reclutare un numero sufficiente di lavoratori con mezzi consensuali o semi-consensuali. Quindi anche qui iniziano ad usare mezzi sempre più coercitivi per fornire alle industrie tedesche la mandopera necessaria a sopportare l'ultimo sforzo della guerra. E' in questo contesto che i 19 arrestati, invece di essere detenuti in Italia o liberati, vengono inviati in Germania.
L'appello del padre di Augusto Boso riporta in calce i dati di tutti i deportati e il lager di internamento. Nonostante questi dati è difficile reperire informazioni sulla sorte dei 19 di Lonato. Molti nomi di luoghi di internamento sono riportati con grafie sbagliate. Da altri documenti si capisce però che molti di loro, forse tutti, vengono mandati nella zona corrispondente all'attuale Land della Sassonia-Anhalt, assegnati a ditte della zona per svolgere mansioni diverse.
- i fratelli Franco (17 anni) e Osvaldo Avigo (20 anni) figurano come "aiutanti" presso una non meglio precisata Officina Safa a Greppin;2
- Fortunato Capuzzi (17 anni) sembra aver cambiato luogo di lavoro diverse volte. Nel settembre 1944 è registrato presso la IG-Farben di Wolfen, poi dal dicembre dello stesso anno lavora presso una falegnameria a Schkopau del cui titolare compare solo il cognome, Hartung, e risiede nel Gemeinschaftslager del luogo. Infine il 20 febbraio 1945 viene impiegato come aiutante dalla Olsch und Co. insieme ad altri lavoratori distaccati dalla filiale di Aken della Aluminiumwerke Bitterfeld;3
- Giordano Badinelli (15 anni) - la cui precedente professione è indicata come "apprendista" - lavora per solo un mese presso la Westfälisch-Anhaltische Sprengstoff-Actien-Gesellschaft (WASAG) a Sandersdorf. Poi non se ne hanno ulteriori notizie.4
- Angelo Fiume (32 anni) e Giordano Podavini (16 anni) - la cui scheda gli attribuisce la professione di "scolaro" - lavorano per la IG-Farben AG a Bitterfeld.5
- Guerino Gabana (26 anni) dopo diversi trasferimenti viene inviato nel gennaio 1945 a lavorare per la Polte Armaturen- und Maschinenfabrik OHG a Magdeburgo.6
- Achille Roberti (18 anni) risiede a Wittenberg-Pisteritz, in un lager sito nella Nordstrasse, e probabilmente lavora presso le industrie chimiche Stickstoffwerke Piesteritz.7
- Luigi Bettini (16 anni), Augusto Boso (16 anni), Giuseppe Gabusi (17 anni), Antonio Bolognini (18 anni) vengono inviati nel Gemeinschaftslager di Osternienburg, Landkreis Köhten, nell'allora Land Anhalt, oggi parte dello stato federale Sachsen-Anhalt.
E' difficile trovare documentazione sui campi dove vissero i lavoratori forzati deportati nel Reich durante la Seconda Guerra Mondiale. La ragione è che erano tantissimi e spesso si trattava di lager piuttosto "informali". La storica Carina Baganz riporta una stima di 30.000 lager per lavoratori stranieri, ma probabilmente il numero era maggiore perché ogni ditta, a partire da una certa grandezza, aveva il diritto di organizzare un proprio lager per lavoratori sulla propria area.8
Sul "Lager per italiani delle Officine Solvay" (Italienerlager der Deutsche Solvay-Werken) di Osternienburg, dove furono portate quattro delle persone di cui raccontiamo la storia, ci informa però una denuncia del 1 ottobre 1944 alle locali di autorità di polizia. Su segnalazione del comandante del lager, Marx, 6 lavoratori italiani del campo di età tra i 19 e i 24 anni, sono accusati di furto. Sono stati trovati con un quantitativo di patate superiore alla norma e vengono quindi incolpati di averle rubate dai campi della zona, motivo per il quale gli viene comminata una multa di 10 Reichsmark.9 Il Gemeinschaftslager di Osternienburg si trovava probabilmente all'interno dell'area della Solvay.
Secondo quanto riferito dal Dr. Viktor Samarkin, un archivista impiegato all'archivio del Kreis Anhalt-Bitterfeld, durante la Seconda Guerra Mondiale in quasi tutte le ditte della regione - miniere, fabbriche di zucchero, imprese produttrici di macchinari - furono impiegati lavoratori forzati sovietici, olandesi, italiani, belgi, francesi.10 Una statistica ufficiale del 30 settembre 1944 riporta nella zona del Gauarbeitsamt Halle-Merseburg, nel quale sono compresi molti dei luoghi di lavoro dei 19 di Lonato, un numero di 139.335 lavoratori stranieri, 96.322 uomini e 43.013 donne.11
Vi è inoltre una documentazione della ditta Junkers Flugzeug- und Motorenwerke Dessau dalla quale è possibile ricavare che si progettava di trasferire parti della lavorazione della filiale di Köhten nell'ex magazzino di bricchette della filiale della Solvay a Bernburg. Lo scopo era certamente quello di impiegare i lavoratori forzati della zona, ma il progetto non venne portato a termine.12
Infine, va menzionato che la Solvay - che inizialmente aveva espresso il proprio rifiuto a prender parte all'iniziativa per il risarcimento dei lavoratori forzati varata nel 2000 dal governo tedesco, giustificandolo col fatto che nel 1940 era stata espropriata dallo stato tedesco come proprietà nemica13 - ha aderito all'iniziativa successivamente.14
Paolo Fonzi (2017)
Militaerkommandantur 1011. Militaerverwaltungsgruppe, La./O. B. Nr. 251/44 geh, Monatlicher Lagebericht, 10, fuer die Zeit vom 16. Mai bis 15. Juni 1944, Brescia 14 giugno 1944, Bundesarchiv Militaerarchiv Freiburg RH36-479.
Personalbogen Franco Avigo, 2.2.2.1/71296152 (Archivnummer: 7416); Personalbogen Osvaldo Avigo, 2.2.2.1/71296154 (Archivnummer: 7416) ITS Digital Archive, Bad Arolsen
2.2.2.1/76549660 (Archivnummer: 7416); 2.2.2.1 / 71719500 (Archivnummer: 7416) ITS Digital Archive, Bad Arolsen.
Giordano Badinelli, Personalbogen Copy of 2.2.2.1 / 71310381 (Archivnummer: 7416), ITS Archives, Bad Arolsen
Angelo Fiume, 0.1 / 58049439, (Archivnummer: 7416); 2.2.2.1 / 74284962, (Archivnummer: 7416) ITS Archives, Bad Arolsen.
Guerrino Gabana, 0.1 / 21424744 (Archivnummer: 7416), ITS Archives, Bad Arolsen.
Personalbogen Achilel Roberti, 2.2.2.1 / 76542240, (Archivnummer: 7416) ITS Archives, Bad Arolsen.
C. Baganz, Lager für ausländische zivile Zwangsarbeiter, in Der Ort des terrors. geschichte der naitonalsozialistischen Konzentrationslager, vol. 9, a cura di W. Benz e B. Distel, München 2009.
Landesarchiv Sachsen-Anhalt, Z 172 Amt Osternienburg, Nr. 8.
Lettera del Dr Viktor Samarkin, 19.09.2016. Una richiesta presso gli archivi della Solvay, dove dovrebbero essere conservate liste di lavoratori, ha dato esito negativo.
Mark Spoerer, NS-Zwangsarbeiter im Deutscher Reich. Eine Statistik vom 30. September 1944 nach Arbeitsamtsbezirken, Viertelharshefte für Zeitgeschichte, 49 (2001), 4, pp. 665-684, p. 676.
Landesarchiv Sachsen-Anhalt, I 410 Junkers Flugzeug- und Motorenbau Dessanu, nr. 1040.
Eva-Maria Thoms, Ausreden, Ausreden, Für die Zwangsarbeiter-Entschädigung fehlt immer noch Geld, DIE ZEIT, 20 luglio 2000, url: 30/2000 http://www.zeit.de/2000/30/Ausreden_Ausreden.
Si veda la lista delle imprese sul sito della Fondazione Erinnerung, Verantwortung, Zukunft: http://www.stiftung-evz.de/stiftung/geschichte/entstehung/praeambel.html
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Fritz Sauckel, nato nel 1894, era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Campo tedesco per prigionieri di guerra. Le condizioni di vita negli stalag erano molto diverse a seconda della nazionalità dei prigionieri (alleati, sovietici, internati militari italiani, ecc.).
Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.
I Gemeinschaftslager, così come i Wohnlager, erano lager non sorvegliati per lavoratori stranieri, mentre gli Arbeitslager erano sorvegliati. In genere solo per questi ultimi si utilizza il concetto di lavoro forzato, ma attualmente gli storici tendono a rivedere decisamente il concetto di lavoro forzato estendendolo a rapporti di lavoro che solo apparentemente sono liberi ma che di fatto erano forzati. In particolare la discussione attuale tende ad orientarsi verso un concetto di lavoro forzato che comprende questi tre elementi distintivi:
- dal punto di vista giuridico l'impossibilità per il lavoratore di sciogliere il rapporto di lavoro,
- dal punto di vista sociale le limitate possibilità di influenzare significativamente le condizioni del proprio impiego,
- una tasso di mortalità elevato che indica un carico di lavoro superiore alla media e una disponibilità di mezzi di sostentamento inferiore al bisogno effettivo.
si veda [https://www.bundesarchiv.de/zwangsarbeit/geschichte/auslaendisch/begriffe/index.html]
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Fritz Sauckel, nato nel 1894, era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Campo tedesco per prigionieri di guerra. Le condizioni di vita negli stalag erano molto diverse a seconda della nazionalità dei prigionieri (alleati, sovietici, internati militari italiani, ecc.).
Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.
I Gemeinschaftslager, così come i Wohnlager, erano lager non sorvegliati per lavoratori stranieri, mentre gli Arbeitslager erano sorvegliati. In genere solo per questi ultimi si utilizza il concetto di lavoro forzato, ma attualmente gli storici tendono a rivedere decisamente il concetto di lavoro forzato estendendolo a rapporti di lavoro che solo apparentemente sono liberi ma che di fatto erano forzati. In particolare la discussione attuale tende ad orientarsi verso un concetto di lavoro forzato che comprende questi tre elementi distintivi:
- dal punto di vista giuridico l'impossibilità per il lavoratore di sciogliere il rapporto di lavoro,
- dal punto di vista sociale le limitate possibilità di influenzare significativamente le condizioni del proprio impiego,
- una tasso di mortalità elevato che indica un carico di lavoro superiore alla media e una disponibilità di mezzi di sostentamento inferiore al bisogno effettivo.
si veda [https://www.bundesarchiv.de/zwangsarbeit/geschichte/auslaendisch/begriffe/index.html]
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Fritz Sauckel, nato nel 1894, era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.
I campi di rieducazione al lavoro AEL furono creati a partire dal 1940 dalla Gestapo con l'obiettivo di "rieducare" le persone accusate di atti di sabotaggio industriale o ritenute per qualche motivo "riluttanti" al lavoro. Di fatto, questi campi furono anche uno strumento di sfruttamento del lavoro forzato. Si calcola che in Germania e nei territori occupati abbiano funzionato circa 200 Arbeitserziehungslager e che vi siano state imprigionate circa 500 mila persone.
Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi formarono delle unità di prigionieri di guerra denominate Bau-und Arbeits Battalion (abbreviato in B.A.B). I B.A.B erano composti in media da circa 600 prigionieri destinati al lavoro. La particolarità di queste unità stava nella loro mobilità: a differenza dei prigionieri degli Stalag, non erano destinate a un luogo specifico ma dislocabili sul territorio in base alle necessità del momento.
La I.G. Farben venne fondata nel 1925 dall'unione di diverse industrie tedesche. Durante la Seconda guerra mondiale fu la principale industria chimica della Germania nazista.
La I.G. Farben è stata tra le industrie che più hanno fatto ricorso al lavoro forzato, in particolare nella costruzione degli impianti di Auschwitz.
I dirigenti della I.G. Farben furono tra gli imputati del processo di Norimberga del 1947/48.
Alla fine della guerra, gli alleati decisero di smembrare l'industria ricostituendo le aziende che l'avevano inizialmente fondata.
Gli Arbeitskommando erano campi di lavoro per prigionieri di guerra catturati dai tedeschi. Composti di solito da qualche centinaio di prigionieri, erano dislocati nei pressi del luogo di lavoro (fabbriche, miniere, agricoltura, ecc.). L'amministrazione era demandata a uno Stalag (campo per prigionieri di guerra) principale. Da uno Stalag potevano dipendere anche diverse centinaia di Arbeitskommando. Gli Arbeitskommando dei prigionieri di guerra alleati venivano regolarmente visitati dai rappresentanti della Croce Rossa.
L’Ispettorato Militare del Lavoro è stata una organizzazione nata nell’ottobre del 1943 allo scopo di inquadrare lavoratori da impiegare per costruire strutture per la difesa del territorio della RSI e per riparare i danni dei bombardamenti aerei. Conosciuta anche come “Organizzazione Paladino”, dal nome del suo ideatore e comandante, giunse a inquadrare alcune decine di migliaia di uomini, operando in stretto contatto, e alle volte alle dirette dipendenze, dei tedeschi.
L’organizzazione Todt nacque in Germania alla fine degli Trenta, allo scopo di organizzare la forza lavoro per la costruzione di installazioni militari. Ideata e diretta da Fritz Todt fino alla sua morte (1942), durante la guerra venne utilizzata per lo sfruttamento dei lavoratori coatti nei paesi occupati dalla Germania. In Italia ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle linee di difesa lungo l’Appennino per la Wehrmacht, inquadrando decine di migliaia di uomini.
Nato a Scilla (Reggio Calabria) nel 1890, si era arruolato volontario nel corpo del Genio telegrafisti nel 1907. Nel 1908 raggiunse il grado di sergente, con il quale partecipò alla Guerra di Libia. Nel 1914 fu promosso sottotenente e durante la Prima Guerra Mondiale fu promosso capitano. Rimasto sotto le armi, nel 1932 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nel 1936 partecipò alla Guerra d’Etiopia durante la quale fu promosso a colonnello.
Nella Seconda Guerra Mondiale partecipò alla campagna di Grecia, per poi tornare in Italia, assegnato al corpo d’Armata di Bolzano. Nel 1942 fu promosso a generale di brigata. Dopo l’armistizio aderì alla Repubblica Sociale Italiana per la quale creò l’Ispettorato Militare del Lavoro.
Posto in congedo assoluto nel 1945, nel 1970 gli fu conferito il grado onorifico di generale di divisione.
Morì nel 1974.
Fritz Sauckel, nato nel 1894, era un Gauleiter (capo locale) del partito nazista. Nel 1942 fu nominato plenipotenziario per la distribuzione del lavoro in tutti i territori occupati dalla Germania. In pratica, era il responsabile del reclutamento forzato della manodopera per il lavoro coatto. In Italia la sua organizzazione cercò, con scarsi risultati, di rastrellare centinaia di migliaia di uomini da portare nel Reich. Fu processato a Noriberga e condannato a morte, condanna eseguita nel 1946.
Albert Speer, nato nel 1905, era un architetto con ottimi rapporti personali con Adolf Hitler. Pur non essendo un fervente nazista, era stato l’artefice delle scenografie delle parate del Partito, assicurandosi la stima e la fiducia del dittatore. Nel 1942, dopo la morte di Fritz Todt, fu nominato ministro per la produzione bellica, a cui era sottoposta la Organizzazione Todt. Fu processato a Norimberga e condannato a venti anni di carcere. E’ morto a Londra nel 1981.
Fritz Todt era un ingegnere tedesco, responsabile, negli anni Trenta, della costruzione del sistema autostradale voluto da Hitler. Alla fine degli anni Trenta creò l’Organizzazione Todt, che aveva lo scopo di fornire la forza lavoro per la costruzione delle linee difensive lungo il confine con la Francia. Durante la guerra la sua organizzazione gestì lo sfruttamento del lavoro coatto nei territori occupati. Morì a causa di incidente aereo nel 1942.